mercoledì 1 agosto 2012

5s 100 giorni 5 min cronaca di una primavera zoppa

Cammini spensierato tra Vigna verso un nuovo allenamento un potente scricchiolio t'azzoppa, il mondo per un momento s'arresta per ripartire sicuro a quattro zampe, con pazienza impari a ripartire. Lentamente scopri nuove risorse, il piacere delle piccole conquiste quotidiane. Il mondo diventa orizzontale, i boschi, i monti i prati diventano illusioni. l'amica acqua di regala relax e nuove sfide 100 giorni di pazienza per poter assaporare 5 lievi minuti di corsa .

giovedì 19 aprile 2012

Corri a Pasqua tra uova conigli e pascoli vari

La pasqua del podista capriaschese èscandita ormai da millenni da due appuntamenti originati nella notte dei tempi dei primi anni 80. Il sabato santo un appuntamento pieno di magia tra le strade di Mendrisio illuminate e dagli storici Trasparenti delle processioni pasquali. Mentre il Lunedi la festa, il bagno di folla, nell'assolata Dongio per il Giro Media Blenio.
Nel 2012 non mi sono sottratto ai riti atei della pasqua il sabato sera sotto la pioggia a volare tra le viuzze del magnifico Borgo, sfidando il perfido acido lattico, che pian piano pervade ogni singola cellula.La domenica scampagnata di mezzogiorno per sciogliere le gambe e liberare la mente.
Il lunedi gran FESTA a Dongio con il giro Media Blenio,che nello spirito delle sorprese pasquali ha pensato di portarci al pascolo dopo soli 800m scombinando non poco la mia già fantasiosa mente, che dopo l'errore di percorso ha potuto tessere profonde elucubrazioni sulle nuove varianti di percorso per compiere i 10 km canonici le gabme intanto in piena inconscienza giravano a pieno ritmo ignare delle deviazione fisiche e metafisiche imboccate alla fine una gran bella giornata rovinata solo parzialmente dalla volata persa sul filo di lana dopo una gran rimonta. Avviso ai Naviganti pare che il prossimo anno il lunedi di Pasqua cada il 1º aprile, chissà che ci riserveranno i buontemponi di Dongio che dopo quasi trent'anni buon lavoro nel 2012 hanno colto alcune influenze Maya

Gola di Lago -16

Il 5 maggio si correrà la 32ª edizione della Tesserete Gola di Lago. L'USC grazie al sostegno BancaStato è pronta ad accogliere i 300 atleti che sfideranno i 12 tornanti che portano all'Alpe Santa Maria. Sono già cominciate le salite di prova che si terrano il lunedì ed il mercoledì.
La 32ª Tesserete Gola di Lago coincide con il centenario dell'inaugurazione dei Giochi della Vº Olimpiadesvoltisi dal 5 maggio al 22 luglio a Stockholm. In Svezia brillò la stella di Jim Thorpe e per la prima volta tutti cinque i continenti presero parte alla rassegna sportiva. Al via ci furono 28 paesi, 2408 Altleti,di cui 48 donne, che gareggiarono in 102 gare. Hannes KOLEHMAINEN vinse i 5000m ed i 10000m ed il cross. 14 luglio il sudafricano Kenneth McArthur vinse la maratona in 2h36.54. In occasione del centenario in luglio si correrà una maratona commemorativa. Le sorelle Marie e Laura Polli, le due velocissima marciatrici di Cagiallo, sulla strada verso la qualificazione alle Olimpiadi di London 2012 affronteranno il 5 maggio la nostra Tesserete Gola di Lago.

martedì 3 aprile 2012

Il 5 Maggio arriva mancano 32 Giorni alla Tesserete Gola di Lago

La primavera bussa alla porta il tempo delle corse in salita e prorprio oggi mancano 32 Giorni alla 32ª edizione della Tesserete Gola di Lago.
L'inverno è: trascorso allegro tra una corsa e l'altra ampie dissertazioni filosofiche, alcune belle soddsfazione sportivi ad inizio Marzo nel canton Glarona..... La Tesserete Gola di Lago si correrà il 5 maggio data ricca di significati ed a sto punto mi inchino al maestro e lascio a lui le parole..

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sòbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
piò vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fè silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo dè manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in piò spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! Benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché piò superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.